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‹‹Un discorso a sé vorrebbe poi tutta una parte dell’attività di Pozzo che si estende, si interrompe, si riprende in vari momenti del suo curricolo. Vogliamo parlare di quelle carte che colle tecniche più differenti propongono un puro gioco di ritmi astratti o di chiazze anticipanti soluzioni “d’iterazione” o informali quando ancora questi termini non erano stati coniati. E’anche questo un discorso “privato”, di cronaca d’atelier ma di cui pure si deve dire qualcosa perché il pubblico ne ebbe sentore in qualche esemplare della mostra di Spazzapan alla biennale […] Certo quelle allumacature d’oro e argento che cadevano a metà strada tra un Liberty sconfessato nei suoi svolazzi floreali ma ancora sopravvivente come gusto di pittura “artificiale” e le chiazze di porporina fermentanti nel tessuto materico del Pollock di un certo momento, hanno per noi una singolare suggestione. Basti qui assaporarne qualche esemplare particolarmente vibrante nel lavoro di Pozzo.››
Albino Galvano, 1965
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